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“In tutte le cose umane, le origini, prima di tutto, sono degne di studio.”

​

Renan

Il termalismo a Rabbi vanta antiche e solide radici; storicamente se ne parla già nel 1650, con la scoperta dell’antica fonte che la voce popolare attribuisce a un giovane pastore: “Bastianel dei Michi”.

La leggenda narra che le capre a lui affidate per il pascolo acquistavano un pelo più lucido e miglioravano la qualità del latte.

Il ragazzo godeva dunque di grande considerazione, ma proprio non riusciva a capacitarsi del singolare fenomeno, finché un giorno cominciò ad osservare con attenzione i movimenti del gregge.

 Notò, con sorpresa, che raramente le sue capre sostavano per l’abbeverata alle numerose sorgenti e ai rivi d’acqua della  zona.

Preferivano sempre dirigersi verso una polla, che emanava uno strano odore e dal sapore del tutto particolare.

L’acqua sgorgava tra sassi rossastri: l’Antica Fonte.

Ma tornando alla storia, e alla scienza, il primo documento sicuro è una relazione sulle proprietà dell’acqua che un certo A. P. Phisicus, forse medico di Malé, inviò verso la meta del ‘600 a Gian Giacomo Maffei, medico di corte presso l’Elettore di Baviera.

 Maffei divulgò nel 1668 una monografia scientifica sul tema.

Un paio d’anni dopo già  più di 500 persone arrivarono a Rabbi per bere l’acqua miracolosa.

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La curiosità andò crescendo, ma passò  un secolo prima che la scienza ufficiale intervenisse con le analisi fisico-chimiche delle acque svolte presso le Università di lnnsbruck e di Vienna.

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Autorevole e determinante il parere del Professor Cranz, viennese, che ritiene quest’acqua decisamente efficace, tanto da consigliarne l’uso nei territori dell’impero e alla stessa Imperatrice Maria Teresa, evitando l’importazione di acque straniere.

Non dimentichiamo infatti che al tempo il territorio di Rabbi era compreso in quella mezza Europa sulla quale espandeva il suo dominio la “Felix Austria”.

Questo l’inizio del termalismo a Rabbi.

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Di grande interesse la cronistoria del seguito, della quale, si citano solo alcuni spunti come ad esempio il sorgere delle strutture termali, tra le quali il “Casone dei Bagni” che a inizio 800 offriva ”26 camerini con 51 vasche e 5 caldaie”.

 Già allora si  parlava di bagni e non ci si limitava alla sola cura idropinica.

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Altra tappa importante, il nuovo stabilimento del 1869, con docce, bagno russo, fanghi e dove le vasche in legno lasciano finalmente il posto a quelle più funzionali e igieniche in pietra e metallo.

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Gli ospiti arrivarono sempre più numerosi.

 Nacquero alberghi, caffè, luoghi di ritrovo e di sport.

L’acqua venne anche imbottigliata ed esportata: 400.000 bottiglie da 400 grammi all’anno verso la fine del secolo.

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