
La storia non è l'orologio nè l'ebanisteria, essa è uno sforzo verso il miglioramento verso la conoscenza, perciò verso qualcosa di dinamico.
Marc Bloch
Note già in epoca romana, le Terme di Comano conobbero una vasta popolarità in età medievale (durante la quale fu addirittura edificato un albergo per coloro che si si sottoponevano alle cure termali) e ad esse è legata una leggenda che coinvolge la Sibilla Cumana, la più famosa delle figure profetiche della religione greca e romana al cui nome sono legate le Terme stesse. Secondo tale leggenda, tramandata tra gli altri dal poeta locale Giovanni Prati (1814-1884), la maga Sibilla si era rifugiata in una gola tra le montagne quando un giorno fu sorpresa da alcuni malcapitati che si prendevano gioco di lei finché non sopraggiunse il Conte di Castel Spine che, avendo assistito alla scena, fece fuggire i denigratori della Sibilla. Quest’ultima, volendo ricompensare il suo salvatore, dopo aver notato alcune macchie rosse sul suo viso, lo invitò a bagnarsi nell’acqua della sorgente che sgorgava nella sua grotta, favorendo così la sua guarigione.
La stessa leggenda narra che a seguito di una frana effettivamente verificatasi nel 1400, la Maga Sibilla scomparse tra le macerie. Così il nobile, ormai vecchio e tornato nella gola insieme al nipotino colpito da una terribile malattia, dovette scavare a lungo per trovare una traccia dell’acqua miracolosa nella quale immergere il bambino che si ristabilì immediatamente.
Solo nel 1800 quindi, si sentì nuovamente parlare delle Terme di Comano: accadde che l’acqua termale si era riaffacciata in alcune infiltrazioni del terreno, ove i contadini lasciavano macerare la canapa. In seguito, gli stessi contadini scoprirono che l’acqua era in grado di guarire dalla scabbia e fu così che iniziarono dei lavori di scavo che riportarono alla luce dei resti di un bagno termale romano e della antica grotta che la leggenda voleva essere il rifugio della Sibilla Cumana. Tuttavia la travagliata vicenda delle Terme di Comano non si era ancora conclusa: i bagni ripristinati furono infatti messi all’asta dal Comune di Lomaso, che all’epoca si trovava in difficoltà economiche, ed acquistate da Gian Battista Mattei che, con propri mezzi, costruì un piccolo stabilimento termale perché potesse trarne giovamento il maggior numero di persone.
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Solo nel 1800 quindi, si sentì nuovamente parlare delle Terme di Comano: accadde che l’acqua termale si era riaffacciata in alcune infiltrazioni del terreno, ove i contadini lasciavano macerare la canapa. In seguito, gli stessi contadini scoprirono che l’acqua era in grado di guarire dalla scabbia e fu così che iniziarono dei lavori di scavo che riportarono alla luce dei resti di un bagno termale romano e della antica grotta che la leggenda voleva essere il rifugio della Sibilla Cumana. Tuttavia la travagliata vicenda delle Terme di Comano non si era ancora conclusa: i bagni ripristinati furono infatti messi all’asta dal Comune di Lomaso, che all’epoca si trovava in difficoltà economiche, ed acquistate da Gian Battista Mattei che, con propri mezzi, costruì un piccolo stabilimento termale perché potesse trarne giovamento il maggior numero di persone.
Prima della sua morte, per testamento istituì una fondazione, cui lasciò tutto il suo patrimonio per la gestione dello stabilimento termale nominandone amministratori pro tempore gli allora nove parroci dei territori detti Bleggio, Lomaso e Banale, costituenti le Giudicarie esteriori: l'acqua sgorga infatti da rocce nell'alto dell'alveo del fiume Sarca proprio al confine delle tre storiche Pievi, in territorio dell'allora comune di Comano,
oggi frazione del Comune di Lomaso e nelle adiacenze dell'attuale centro urbano di Ponte Arche (edificato su territorio al confine fra tre comuni).
I beneficiari del reddito dello stabilimento termale erano appunto i poveri delle Tre Pievi per il tramite dei parroci. Nel tempo fu costruito un secondo stabilimento termale con albergo sull'altra riva del fiume, di fronte al primo, determinando l'abbandono del primo stabilimento.
Numerose notizie ottocentesche riguardanti le Terme di Comano furono riportate sui giornali dell'epoca dal fondatore della cooperazione trentina, Don Lorenzo Guetti. Oltre a promuovere l'efficacia delle acque termali si preoccupò affinché fosse costruita una cappella per i numerosi sacerdoti che frequentavano le terme. Cappella che fu inizialmente costruita all'interno della trattoria all'Opinione condotta da Giuseppe Alimonta.
Numerosi articoli riguardano inoltre le numerose vendite dei bagni termali a privati. Di particolare interesse risulta un articolo in cui don Lorenzo criticava il conduttore delle terme Valeriano Vianini a causa dell'aumento della tassa "per bagno e bibita" delle acque termali; la tassa, accusava don Guetti, era stata imposta senza l'approvazione delle autorità.
A partire dagli anni sessanta del Novecento ci si rese conto che la necessità di importanti opere di manutenzione del nuovo stabilimento e l'opportunità di uno sviluppo turistico importante della zona, necessitavano di ben altri mezzi e gestione economica.
La Provincia autonoma di Trento intervenne quindi con importanti fondi, una nuova struttura giuridica e una nuova gestione, portando alla realizzazione di un terzo stabilimento alberghiero di ben altra potenzialità, demolendo il primo stabilimento termale, ristrutturando il secondo stabilimento termale e sistemando l'area adiacente come parco pubblico, con la realizzazione di un nuovo ponte sul fiume Sarca. L'iniziativa ebbe successo e generò in effetti un notevole flusso turistico e un poderoso sviluppo edilizio dell'adiacente centro urbano di Ponte Arche che oggi è esteso anche ai comuni vicini, precedentemente non sfruttati dal punto di vista turistico.
Le Terme di Comano mantengono la loro vocazione benefica legata all’antica leggenda della Sibilla devolvendo ogni anno parte del ricavato dell’attività dello stabilimento ad associazioni umanitarie.

Bagni di Comano; 1910-1920.


Comano- Stabilimento bagni 1911

Bgni di Comano-la fonte 1922.